Il 18 novembre 2021, la nostra compagna Andi (Andrea Stauffacher), segretaria del Soccorso Rosso Internazionale, dovrà comparire davanti al tribunale federale di Bellinzona, massima giurisdizione svizzera. Il cuore di questo processo è l’attacco militante al consolato turco a Zurigo nel 2017 in solidarietà con il Rojava.
Non è la prima volta che la nostra segretaria, o nostri/e militanti o strutture si ritrovano in tribunale. Ma questo processo ha un carattere particolare e vorremmo che la sinistra rivoluzionaria e internazionalista ne comprendesse la portata. Dobbiamo innanzitutto tener presente che la solidarietà con il Rojava non è un semplice dovere da internazionalisti e antifascisti a sostegno di un popolo che affronta una brutale oppressione. Il Rojava ha un posto speciale nella prima linea mondiale di scontro tra rivoluzione e controrivoluzione. In quanto esperienza genuina, sperimentando nel tempo nuove vie di resistenza e di autorganizzazione popolare, il Rojava va difeso con le unghie e con i denti.
Nello studio che SRI ha pubblicato sulla strategia di guerra a bassa intensità condotta dalla Turchia per annientare il Rojava e il movimento di liberazione curdo, si è rilevato come un elemento di questa strategia sia l’attacco ai sostenitori politici e organizzativi del movimento di liberazione. Stiamo assistendo in Europa al dispiegamento di questa specifica offensiva, che spazia dagli squadroni della morte alle campagne concertate di false notizie per influenzare i dibattiti sulle chat Internet. Tra questi due estremi, tra gli omicidi mirati e le più insidiose manifestazioni di softpower, c’è un ampio spettro di azioni, volte a “rimettere in riga” le comunità turche o di discendenza turca in Europa e a paralizzare ogni loro sostegno alla causa curda. Le forze al lavoro sono diverse e tutte svolgono un ruolo specifico: rappresentanze diplomatiche, predicatori nelle moschee, strutture locali dell’AKP, reti di servizi segreti/mafiosi/fascisti, uomini d’affari coinvolti nel commercio con la Turchia, ecc.
Uno degli obiettivi specifici di questa offensiva è ottenere la totale criminalizzazione del movimento di liberazione curdo in Europa, in altre parole la repressione della solidarietà da parte della polizia e della giustizia dei paesi europei. Il processo contro la nostra compagna ne è un esempio preciso, poiché si terrà solo a causa delle pressioni diplomatiche della Turchia. Queste pressioni si spiegano con il ruolo che la compagna svolge nella solidarietà internazionale con il Rojava. È da sottolineare come la procura federale svizzera abbia cercato, in più occasioni, di porre fine a questa procedura: sia per l’inconsistenza del fascicolo (assenza di prove), sia perché sono in corso altre indagini. Lo Stato turco si è sempre opposto, ha preteso e infine ottenuto questo processo.
La polizia di Zurigo ha colto l’occasione per cercare di ottenere un’ulteriore condanna per la nostra compagna. Polizia che, durante il Covid, ha operato un salto di qualità procedendo sistematicamente, durante le mobilitazioni, al suo arresto preventivo. È così che le autorità cantonali approfittano del “processo turco” per aggiungervi incriminazioni come il mancato rispetto delle regolamentazioni anti-Covid.
Ma, per la solidarietà internazionale, è importante concentrare l’attenzione sul fatto che questo processo fa parte di un’offensiva turca generale e multiforme contro i sostenitori del movimento di liberazione curdo, un elemento della loro strategia di guerra a bassa intensità.
Da questo punto di vista, non è necessario qui distinguere tra il “più grave” e il “meno grave”. Il processo Bellinzona, come la ritenzione delle acque nelle dighe turche sull’Eufrate per privarne il Rojava, come l’uso di gas da combattimento da parte dei commando turchi nel Kurdistan iracheno, come la sparatoria contro i simpatizzanti dell’HDP in Grecia all’inizio di questo mese, sono elementi complementari di una strategia globale.
Anche la risposta della sinistra rivoluzionaria europea deve avere questo carattere globale, strategico. Per questo, a metà novembre, in risposta al processo della nostra segretaria davanti al tribunale svizzero, il Soccorso Rosso Internazionale fa appello a iniziative, azioni contro il fascismo turco.
Soccorso Rosso Internazionale18 ottobre 2021