Il Rojava è una realtà democratica e rivoluzionaria unica in Medio Oriente precipitata nel terrore dei regimi dittatoriali laici o religiosi. L’organizzazione sociale realizzata dalle forze curde ne fanno:
-Il solo spazio in cui le minoranze nazionali, linguistiche e religiose sono pienamente associate alla vita pubblica
-L’unico spazio dove la liberazione della donna, condotta e diretta dalle donne, ha permesso di affrancarle dalle leggi e tradizioni patriarcali e reazionarie
-Il solo spazio dove la gestione delle risorse e la ripartizione delle ricchezze si attuano, tenuto conto della giustizia sociale e della volontà di rispettare l’eco-sistema.
Minacciate dalla grande offensiva dello Stato Islamico (Daesh), appoggiato dalla Turchia negli anni 2014-2015, le forze del Rojava sono riuscite non solo a respingere questa offensiva, ma a liberare vaste zone della Siria settentrionale.
La difesa del Rojava ha prodotto non solo la mobilitazione dei suoi abitanti, delle comunità curde di altri Paesi, le forze della sinistra rivoluzionaria turca, ma anche dei volontari da tutto il mondo appartenenti a correnti diverse della sinistra rivoluzionaria stessa.
Le forze del Rojava hanno lasciato loro uno spazio di apprendimento e autorganizzazione. Questi volontari hanno fatto l’esperienza della realtà del Rojava e sono stati rafforzati nella loro determinazione a difenderlo, parecchie volte con la propria vita.
Daesh è stato sconfitto come Stato, ma sussiste nella forma di reti terroristiche clandestine e di sacche di guerriglieri sulla frontiera irakeno-siriana.
Questa sconfitta obbliga la Turchia a togliere la maschera e intervenire direttamente non solo con ex-combattenti di Al Qaida e Daesh riciclati nelle milizia, ma con proprie forze armate.
L’invasione del cantone di Afrin ai primi del 2017 ha rappresentato un dato significativo da questo punto di vista. Il suo bilancio per gli abitanti di questa parte del Rojava: sparizioni e torture, perdita di ogni avanzamento democratico, imposizione delle leggi islamiche, persecuzioni delle minoranze e turchizzazione forzata. USA, Russia e le potenze europee non solo hanno lasciato fare, ma armato e finanziato la Turchia.
La pressione esercitata dalla Turchia sul Rojava cresce di giorno in giorno: tiri d’artiglieria, tiri di cecchini, bombardamenti aerei. Truppe turche e milizie islamiste sono ammassate alle frontiere. Tutto ciò sta a indicare la volontà d’invadere il Rojava prossimamente.
TESI
Considerando:
-gli atti di guerra permanenti e crescenti della Turchia contro il Rojava
-la minaccia di una guerra totale e d’invasione del Rojava da parte della Turchia
SI del SRI propone le seguenti tesi:
1.
La mobilitazione più ampia, con l’impiego di forme di lotta le più diverse, deve difendere il Rojava rivoluzionario. Non si tratta semplicemente di difendere una bella esperienza straniera: il Rojava è al centro della dinamica rivoluzionaria in Medio Oriente e la sua influenza sull’Europa è positiva per molteplici ragioni.
-Dimostra la possibilità e la validità di una società libera e sperimenta nuovi percorsi in tale direzione
-fa vivere l’unità di differenti correnti politiche, offre opportunità per superare i vecchi settarismi
-consente di combattere le tesi razziste e reazionarie in Europa che tendono a legare i popoli del Medio Oriente all’islamismo
-permette a numerosi militanti europei di crearsi un contatto con una vera esperienza rivoluzionaria.
Per quante possono essere le riserve o le critiche, tutto ciò fa del Rojava anche il nostro Rojava.
Tutto questo è senza prezzo.
Tutto questo va difeso.
2.
La mobilitazione più ampia, ricorrendo a forme di lotta le più varie, deve combattere i sostenitori e i complici della Turchia: gli Stati della NATO e della Unione Europea, gli USA e la Russia, i gruppi industriali e finanziari che riscuotono profitti con la guerra e l’alimentano, a cominciare dai mercanti d’armi. Sono questi finanziamenti qui erogati, sono queste armi qui prodotte a consentire il massacro voluto da Erdogan.
Tutto ciò va denunciato.
Tutto ciò deve essere combattuto.
3.
Tale mobilitazione deve essere assunta dalla sinistra rivoluzionaria sulla base dei propri principi, realtà e obiettivi. Il movimento curdo, la sinistra rivoluzionaria turca e più modestamente la sinistra rivoluzionaria europea sono componenti inseparabilmente legate, ma specifiche di un unico e uguale processo di liberazione. Solidarietà non è subordinazione. Distinzione non è dissociazione: la sconfitta dell’uno sarà la sconfitta di tutti, la vittoria dell’uno sarà la vittoria di tutti.
Difendere il Rojava rivoluzionario!
Attaccare i suoi nemici qui e oggi!
Soccorso Rosso Internazionale